Quello che ricordi ti salva W.S. Merwin
2025di Giovanna Gammarota
Nelle immagini di Beba Stoppani la vicinanza del suo sguardo alla materia di cui è composta la Terra implica la necessità di immergersi al suo interno, di considerare questo spazio come fosse il proprio spazio vitale, di cui la propria materia (il corpo umano) fa parte tanto quanto l’acqua, la roccia, la sabbia, l’aria.
Così l’artista, nelle sue opere, compie il gesto “dimenticato” di avvicinarsi, scartando dall’inquadratura il disordine visivo che crea dispersività e fa morire la bellezza e la grazia, la forza e l’incanto. E infatti, il verso del poeta americano William Stanley Merwin, titolo della mostra, è significativamente tratto dal poema Imparare una lingua morta, ed è da intendersi come un monito, come la possibilità di potersi ancora riconnettere alla natura attraverso il ‘ricordo’ poiché ciò che al fine riemerge dalla nostra memoria naturale, guardando queste immagini, rende evidente la prospettiva che non sia la Terra a dover essere salvata, questo sa farlo da sola, ma che debba essere l’uomo a salvarsi dal suo stesso oblio.